articolo Famiglia Mamma e bambino
Togliere il ciuccio freccegiovedì 31 ottobre 2013

Uno dei momenti che i genitori aspettano con ansia e un po’ temono e quello i cui si deve togliere il ciuccio al proprio figlio. Il ciuccio diventa ad un certo punto inseparabile dal bambino ed effettivamente ha una funzione importante per lui, quello di coccolarlo, rilassarlo, rassicurarlo, sostituendosi in qualche modo alla mamma. L’atto della suzione è un istinto primario funzionale alla nutrizione, ma è anche il gesto che più intimamente lega il bimbo alla mamma, il simbolo di una relazione esclusiva che viene appunto replicata nel momento in cui il piccolo succhia il ciuccio, che, tra l’altro e non a caso, ha una forma che ricorda proprio quella del capezzolo.

Fatto sta, insomma, che togliere il ciuccio a volte appare ai genitori come una vera e propria crudeltà nei confronti del figlio, altre volte diventa difficile per la mamma e il papà stessi, che magari lo utilizzano come il modo più semplice per porre fine a capricci o momenti di stress. I pareri degli esperti sul fatto che possa alla lunga danneggiare denti e palato non sono sempre concordi, in linea di massima comunque non ci sono controindicazioni nell’uso del ciuccio fino ai due, tre anni. Sarebbe opportuno liberarsene prima dei quattro anni, più per una questione psicologica però, nel senso del raggiungimento di un adeguato livello di maturità ed indipendenza.

La regola numero uno è senz’altro quella di fare il tutto in maniera graduale, senza shock per il bambino, iniziando magari col relegarlo solo ad alcuni momenti, come quello della nanna. Inutile dire che non avrebbe senso ricorrere a ricatti, minacce e imposizioni, questo genererebbe solo ansia inducendo il bambino a rifugiarsi proprio nel ciuccio, senza sortire quindi nessun effetto positivo. Allo stesso modo non sarebbe giusto far sentite il bimbo sbagliato, non all’altezza o addirittura inferiore ad altri bambini facendo stupidi paragoni. Non si sentirebbe accettato e avrebbe la sensazione di deluderci ogni volta che prende il ciuccio in mano. La cosa più giusta da fare è concordare con lui il momento migliore per rinunciare al prezioso oggetto, parlargli facendolo sentire grande e facendogli notare che ormai non ne ha più bisogno e poi trovare il modo migliore per disfarsene.

Già, perchè ovviamente non esiste una soluzione che si adegui a tutti i casi. Ogni bambino ha il suo carattere e ogni genitore saprà senz’altro quali carte giocarsi. Si può organizzare una festicciola d’addio al ciuccio, come se fosse un compleanno, con tanto di torta e regalino per il piccolo che diventa grande. Oppure si può attaccare il ciuccio ad un palloncino e lasciarlo volare dagli angioletti in cielo, o ancora proporgli di regalarlo ad un neonato in famiglia o a un cucciolo allo zoo. Insomma, tutto dipende veramente dall’indole del bimbo, l’unica cosa a cui prestare attenzione è il momento giusto. Bisogna, cioè, evitare di togliere il ciuccio in concomitanza con altri eventi stressanti nella vita del bambino, come la nascita di un fratellino, l’inizio dell’asilo, un trasferimento o altro.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella  Giosa - vedi tutti gli articoli di Antonella  Giosa



Se ti è piaciuto l'articolo Diventa fan Clicca su
 
Condividilo su:



 



Hoheria

Hoheria, genere di 5 specie di arbusti sempreverdi o decidui, originari della Nuova Zelanda. Sono piante fiorifere, abbastanza rustiche, che possono essere coltivate in quasi tutte le regioni d'Italia, ma sono particolarmente ........

Tithonia

Tithonia, genere di 10 specie di piante suffruticose e arbustive, appartenenti alla famiglia delle Compositae, facile da coltivare, originarie del continente americano. La specie descritta è adatta per le bordure miste. ........

Fritillaria

La Fritillaria è una pianta bulbosa, rustica, spontanea nelle zone temperate dell'emisfero boreale quali Asia Minore, Asia centro-occidentale, Caucaso, Turchia, Europa settentrionale e perfino Siberia, e ........

Nandina

Nandina, genere di una sola specie di piante arbustive, sempreverdi, semirustiche, appartenenti alla famiglia delle Berberidaceae, simili al bambù.
Si pianta fra marzo e maggio in terreno fertile, ben drenato, in posizioni ........

Erysimum

Erysimum, genere di 100 specie di piante erbacee perenni, annuali e biennali, appartenenti alla famiglia delle Cruciferae, rustiche, simili alle violacciocche e, nonostante siano poco longeve, sono adatte alla coltivazione ........

 

 

Ricetta del giorno
Insalata greca
Lavare accuratamente e poi tagliare il cetriolo e i pomodori maturi a pezzi grossi, che è poi il segreto di una buona insalata greca. Tagliare le due ....
sono presenti 550 piante
sono presenti 235 articoli

tutte le piante
annuali bulbose felci orchidee perenni il mondo delle rose il mondo delle primule
succulente
a foglia caduca sempreverdi
sempreverdi e decidue
a foglia caduca sempreverdi
da fiore
acquatiche
appartamento Serra
tecnica
frutteto orto
attrezzi
Verande Piscine Illuminazione giardino Cancelli e recinzioni Arredamento giardino
elenco completo articoli profilo di una pianta

lavori del mese
lotta ai parassiti
tutto piscine



Cestrum
Cestrum: genere di 150 specie di arbusti a foglie sempreverdi o decidue, distribuiti dal Messico alle zone tropicali dell'America meridionale. Si coltivano all'aperto nelle zone a clima mite. Nell'Italia settentrionale ........

Ionopsidium

Ionopsidium, genere comprendente una sola specie di pianta erbacea annuale, rustica, di dimensioni limitate, adatta per i giardini rocciosi e i lastricati fioriti.
Si tratta di una pianta facile da coltivare se piantata ........

Mertensia

Mertensia, genere di 50 specie di piante erbacee perenni, rustiche, di cui si coltivano solo 4-5 specie, con fiori campanulati e tubulosi, facili da coltivare, adatte per le bordura e per il giardino roccioso.
Si piantano ........

Monarda

Monarda, genere di 12 piante perenni ed annuali, rustiche, con foglie romatiche. Allo stato spontaneo questa pianta cresce nel sottobosco e lungo i corsi d'acqua. La varietà Didyma è adatta per essere coltivata nelle bordure ........

Cypripedium
La Cypripedium (scarpetta di Venere) fa parte delle Orchidaceae, è originaria dell'Europa, Italia, Asia America settentrionale, comprende 50 specie di orchidee rizomatose prevalentemente terrestri, rustiche, ........

Ricetta del giorno
Arrosto al latte
Passate il pezzo di carne nella farina, in modo da spolverizzarlo leggermente, poi adagiatelo in una casseruola in 40 grammi di burro caldo e fatelo rosolare ....


 articolo Famiglia Mamma e bambino
Togliere il ciuccio freccegiovedì 31 ottobre 2013

Uno dei momenti che i genitori aspettano con ansia e un po’ temono e quello i cui si deve togliere il ciuccio al proprio figlio. Il ciuccio diventa ad un certo punto inseparabile dal bambino ed effettivamente ha una funzione importante per lui, quello di coccolarlo, rilassarlo, rassicurarlo, sostituendosi in qualche modo alla mamma. L’atto della suzione è un istinto primario funzionale alla nutrizione, ma è anche il gesto che più intimamente lega il bimbo alla mamma, il simbolo di una relazione esclusiva che viene appunto replicata nel momento in cui il piccolo succhia il ciuccio, che, tra l’altro e non a caso, ha una forma che ricorda proprio quella del capezzolo.

Fatto sta, insomma, che togliere il ciuccio a volte appare ai genitori come una vera e propria crudeltà nei confronti del figlio, altre volte diventa difficile per la mamma e il papà stessi, che magari lo utilizzano come il modo più semplice per porre fine a capricci o momenti di stress. I pareri degli esperti sul fatto che possa alla lunga danneggiare denti e palato non sono sempre concordi, in linea di massima comunque non ci sono controindicazioni nell’uso del ciuccio fino ai due, tre anni. Sarebbe opportuno liberarsene prima dei quattro anni, più per una questione psicologica però, nel senso del raggiungimento di un adeguato livello di maturità ed indipendenza.

La regola numero uno è senz’altro quella di fare il tutto in maniera graduale, senza shock per il bambino, iniziando magari col relegarlo solo ad alcuni momenti, come quello della nanna. Inutile dire che non avrebbe senso ricorrere a ricatti, minacce e imposizioni, questo genererebbe solo ansia inducendo il bambino a rifugiarsi proprio nel ciuccio, senza sortire quindi nessun effetto positivo. Allo stesso modo non sarebbe giusto far sentite il bimbo sbagliato, non all’altezza o addirittura inferiore ad altri bambini facendo stupidi paragoni. Non si sentirebbe accettato e avrebbe la sensazione di deluderci ogni volta che prende il ciuccio in mano. La cosa più giusta da fare è concordare con lui il momento migliore per rinunciare al prezioso oggetto, parlargli facendolo sentire grande e facendogli notare che ormai non ne ha più bisogno e poi trovare il modo migliore per disfarsene.

Già, perchè ovviamente non esiste una soluzione che si adegui a tutti i casi. Ogni bambino ha il suo carattere e ogni genitore saprà senz’altro quali carte giocarsi. Si può organizzare una festicciola d’addio al ciuccio, come se fosse un compleanno, con tanto di torta e regalino per il piccolo che diventa grande. Oppure si può attaccare il ciuccio ad un palloncino e lasciarlo volare dagli angioletti in cielo, o ancora proporgli di regalarlo ad un neonato in famiglia o a un cucciolo allo zoo. Insomma, tutto dipende veramente dall’indole del bimbo, l’unica cosa a cui prestare attenzione è il momento giusto. Bisogna, cioè, evitare di togliere il ciuccio in concomitanza con altri eventi stressanti nella vita del bambino, come la nascita di un fratellino, l’inizio dell’asilo, un trasferimento o altro.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella  Giosa - vedi tutti gli articoli di Antonella  Giosa



Se ti è piaciuto l'articolo Diventa fan Clicca su
 
Condividilo su: